Storia e leggende popolari tra streghe, folletti e maghi

181002627-19274cc7-5c12-43d0-995b-e506a7fc3c38
Storia e leggende popolari che si tramandano da generazione in generazione, si intrecciano e diventano un patrimonio da conservare.
Noi leggende ne abbiamo trovate e poco alla volta ve le racconteremo. Se volete contribuire con le storia che conoscete inviatecele a info@lanuovabriantea.it le pubblicheremo al più presto.
Nel 1604 Federico Borromeo rende pubblico l’editto “Contro maleficos et sortilegos”, in cui si descrive usi e costumi da condannare. Tredici paragrafi che dipingono il quadro generale dell’epoca, di un volgo sebbene cristiano animato da parecchie credenze pagane. Al primo posto le streghe, ebbene sono ancora loro le più temute. “Chi fosse della setta delle streghe, o stregoni, maghi e maghe, o che dasse opera alla sacrilega et nafand’arte de gl’incanti, maleficii, legature, segnature, fatuchierie, veneficii, prestigii, overo ad altra simil sorta d´opere diaboliche”. Non sfuggono neppure i sortilegi d´amore. “Chi avesse battezzato o tenesse presso di se cosa battezzata, come fave, calamita, animali brutti, et altre cose per far opere diaboliche, o chi avesse maleficiato huomo o donna per tirarli all’amor suo, o chi con simil mezzo avesse seminato discordie tra la moglie et il marito, overo altre persone”. Tempeste, burrasche, altro che perturbazioni meteorologiche, c’è chi conosce i sortilegi per scatenarle. E vanno denunciati. “Chi per incanto avesse fatto tempestare, saettare, brinare, nebbiare, inondare, o per via d´aridità, o vento desicante, avesse fatto abbruggiare i frutti della terra proibendo la pioggia con arte diabolica”. Così come vanno segnalati gli incantatori. “Chi fosse solito sanare qualunque o alcuna infermità con parole superstiziose, et massime le donne, che vanno publicamente, essendo condotte a segnar febri, malatie, mani, gambe senza medicamento naturale”.

Storia ma anche credenza popolare come quella che racconta di una povera famiglia brianzola, con molti figli da crescere che decise di fare un patto col Diavolo, in cambio di cibo gli avrebbero consegnato l’ultimo figlio.
Crescendo il bimbo dimostrò una spiccata propensione per la fede, ma il suo destino era segnato. Quando Satana bussò alla porta per portarselo via, il ragazzino prese tempo chiedendo consiglio ad un prete eremita che abitava sui monti. Il religioso non poté far nulla se non indirizzarlo da suo fratello, così cattivo da essere certamente in contatto con il Maligno. Coincidenza vuole che il vecchio fosse sul punto di morte, il giovanetto lo rassicurò ed insieme pregarono, e si pentì pure del male fatto. Dal cielo scesero due angeli che lo portarono in paradiso. L’episodio diede parecchio fastidio all’eremita che si arrabbiò con Dio insultandolo per aver accolto un malvagio. Il Diavolo ne approfittò ed invece del ragazzino si prese il prete ipocrita, che di anime ne valeva due.

Altra leggenda della terra di Brianza quella di Pietrina, che avendo dei fortissimi dolori allo stomaco, decise di rivolgersi ad una donna esperta. Questa le consigliò di guardare nel materasso, qui la ragazza trovò tra le foglie di pannocchia su cui dormiva, uno strano groviglio di fili di lana colorata. Erano annodati talmente stretti da non riuscire a districarli. Seguendo le istruzioni buttò il nodo nel fuoco acceso in mezzo ad un campo. Tra le fiamme si delineò la figura di una vecchia arcigna, era la strega, bruciando non avrebbe più fatto del male a Pietrina.